lunedì 1 novembre 2010

Villa Belgiojoso - Bonaparte Galleria d'Arte Moderna Milano



Mi piace sempre tornare alla Galleria d'Arte Moderna, a guardare la bella architettura neoclassica del Pollack (si sente l'influenza, forte, del Piermarini, suo maestro) completata da uno dei primi giardini all'inglese d'Italia, probabilmente opera di Ercole Silva.
La villa, originariamente residenza della famiglia Barbiano di Belgiojoso, fu residenza, oltre a Monza, del viceré Eugenio Beauharnais e dal 1921 ospita la Galleria d'Arte Moderna; si è voluto ricostruire un'abitazione aristocratica della fine del Settecento creando, a livello espositivo, una grande period room (o period mansion, che sarebbe più appropriato) utilizzando, per la maggior parte, gli arredi di Palazzo Reale e quelli, pochi, originali (lampadari e qualche suppellettile).
Ho scoperto per caso che sabato e domenica fanno visite guidate gratuite tenute da studenti di storia dell'arte, molto preparati e disponibili a fornire informazioni aggiuntive.
Il percorso espositivo si snoda lungo le sale, più sobrie e di gusto austriaco, del pianterreno partendo dai cartoni dell'Appiani e da una raccolta di sculture, il cui pezzo di maggior pregio è il gesso di Canova della Ebe (rimasto non attribuito fino a tempi recenti e gravemente danneggiato durante l'attentato del 1993 quando, a causa dell'onda d'urto, cadde dal piedistallo, rotolò per le scale e si frantumò).
Il pianterreno ospita principalmente opere neoclassiche (Canova, Marchesi, Hayez, Gozzi, Fidanza, usw) sia di scultura sia di pittura (principalmente di storia e di paesaggio); sono molto interessanti il Laocoonte (versione ridotta di quello dell'Accademia di Brera) e la Maddalena (il cui preparatorio è all'Accademia di Brera) entrambi di Hayez. Passando per lo scalone d'onore si accede al piano nobile, sempre di impronta neoclassica ma di gusto spiccatamente francese, per cui risulta essere decorativamente abbastanza carico (stucchi, ori, colonne, finti marmi); il primo piano intende illustrare il percorso cronologico della pittura milanese dell'Ottocento, dal Romanticismo al Divisionismo: la prima sala ospita l'Hayez ritrattista dell'alta società (Manzoni, Rosmini, nobildonne), con un linguaggio descrittivo preciso e veritiero. Si passa poi alla pittura del Risorgimento e del recupero delle glorie e dei miti della nazione italiana, si prosegue con la Scapigliatura, il Divisionismo e la pittura di realismo, il tutto principalmente incentrato su Milano. Chiude il percorso "Il Quarto Stato" di Pelizza da Volpedo, dal linguaggio contemporaneamente divisionista e di impronta realista.
Le opere sono di alto livello e di grandi autori (Appiani, Canova, Hayez, Molteni, Bertini, Cremona, Faruffini, Previati, Boldini, de Nittis, Segantini, Pelizza da Volpedo) tuttavia l'allestimento a volte è poco efficace e poco valorizzante (i gessi del Grandi per il monumento alle Cinque Giornate sono posti su dei bancali!), spesso, soprattutto per le opere di piccolo formato si è scelto un allestimento per concentrazione, e sovente gli spazi (troppo angusti) non sono adeguati né per il numero di visitatori né per valorizzare né godere al meglio le opere. La nota dolentissima è l'illuminazione: altamente inadeguata ed assolutamente non valorizzante, da qualunque posizione non si riesce a vedere le opere (in particolare le divisioniste, per cui la luce sarebbe tutto)senza fastidiosi riverberi e riflessi delle luci.
Nonostante i limiti la Galleria d'Arte Moderna rimane una collezione di alto livello sia per l'architettura sia per le opere che ospita (oltre alla collezione ottocentesca vi sono anche il Museo Marino Marini e la Collezione Grassi, di cui parlerò un'altra volta); altri pregi sono la gratuità dell'ingresso e le visite guidate, sempre gratuite...nonostante ciò questo museo rimane sconosciuto ai più, soprattutto ai milanesi, che la visitano raramente, ma anche ai turisti, stranieri e non, che rimangono meravigliati di trovare opere di così alta levatura.

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